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© 2019-2020 Panificio "A Maidda" di Pietro Cardillo
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Nasce impastando acqua e farina. Vengono fatti fermentare per un tempo più o meno lungo, durante il quale i microrganismi presenti nella farina, nell’acqua e nell’aria si riproducono formando così il lievito madre. In esso avvengono due tipi di fermentazione: alcolica, data dai batteri saccaromiceti; lattica, data dai batteri lattobacilli ed dalla presenza di acido acetico che dá quella nota acida caratteristica al lievitato. Con l’industrializzazione e con le tempistiche di lavorazione e di lievitazione lunghe, si é un po’ messo da parte l’utilizzo del lievito madre, utilizzando al suo posto il lievito di birra; é sempre un lievito naturale però non ha le proprietà organolettiche e le caratteristiche che può avere il lievito madre, soprattutto perché ha solamente una sola popolazione “ben addestrata” di lieviti, ovvero i saccaromiceti.
Nei prodotti che contengono lievito madre possiamo avere i seguenti vantaggi:
Sono dei grani che con il passare degli anni sono stati “dimenticati”. Dall’inizio degli anni settanta del novecento si é cercato di rimpiazzarli con grani “moderni” per far fronte all’industrializzazione e alla produzione di massa, tralasciando la qualità e dando più importanza alla quantità. Tuttavia quest'ultimi sono grani studiati in laboratorio: si possono definire geneticamente perfetti, perché resistenti allo stress delle temperature elevate e alle lievitazioni lunghe, avendo un glutine molto ben strutturato e forte, vantaggi che i grani antichi non hanno.
I grani antici, al contrario, si differenziano dai moderni per il sapore, profumo, digeribilità (avendo un glutine poco strutturato), però essendo farine deboli e molto variabili (umiditá, assorbimento dell’acqua nell’ impastamento, composizione proteica), colui che le lavora trasformandole in pane, pasta, pizza ecc. ha delle difficoltà nella lavorazione che partono dall’impastamento fino alla cottura del prodotto.
L’integrale é una farina dove il chicco di grano o cereale viene molito integralmente, cioé non viene scartata nessuna parte del chicco e quindi contiene tutti i sali minerali, vitamine e proprietà organolettiche originali. Mentre le altre tipologie di farine vengono setacciate, così facendo si va ad eliminare totalmente o parte delle proprietà sopra elencate.
Dobbiamo però stare attenti alle farine integrali o semi integrali che vengono ricostituite: sono farine 00, quindi raffinate, a cui aggiungono crusca e in alcuni casi anche il germe, dopo il processo di raffinazione. Rispetto ad una “vera farina integrale” troviamo una percentuale diversa di crusca e germe che è minore rispetto ad una integrale 100%.
La maggior parte dei mulini utilizza una macinazione chiamata a cilindri. Questo tipo di molitura è arrivata con l’avvento dell’industrializzazione e i risultati sono: macinazione più precisa (granulometria) con la possibilità di setacciare la farina e crearne così più tipologie come la tipo 0 e 00. Aumenta però la velocità di esercizio e di conseguenza la farina si riscalda molto, perdendo così alcune proprietà organolettiche. La molitura a pietra invece ha una velocità di esercizio molto più lenta e una temperatura di macinazione che non supera i 35 gradi, così facendo tutte le proprietá organolettiche restano intatte. Essendo una pietra naturale, la granulometria della farina é molto più grossa ed irregolare, pertanto si ottengono delle ottime farine integrali e semi integrali poichè vengono mantenute parti del chicco come la crusca e il germe.